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Mangiamo a Bologna Giulia Rossi edizioni Pendragon
Cinque domande a Giulia Rossi, giornalista e scrittrice

1) Hai scritto il libro Mangiamo a Bologna edito da Pendragon, raccontaci un luogo dove gli scrittori dovrebbero mangiare almeno una volta nella vita
“Harry’s Bar Venezia, luogo magico, di grande ispirazione, specialmente se si ha la fortuna di stringere la mano al signor Arrigo Cipriani, gran maestro di stile
2) Scrittura e moda sono davvero due mondi così lontani?

“Assolutamente no, anzi secondo me due mondi molto affini. Sono appassionata e per lavoro mi sono occupata e mi occupo di entrambi i temi. Da due anni, sul quotidiano on line di moda di cui sono direttore responsabile, http://www.boop.it/, realizziamo una rubrica settimanale nata proprio da questo abbinamento, libri e moda. Catturiamo alcune parti di libri con descrizioni particolarmente accurate o significative nel contesto relative ai personaggi, libri specifici sulla moda o dalle atmosfere particolarmente affascinanti”
3) Dopo il successo di Mangiamo a Bologna stai lavorando a qualche altro progetto?
“Al momento, dopo il recente trasferimento a Roma, sto collaborando con lo Studio Cisnetto per l’ufficio stampa della menifestazione Roma InConTra e da febbraio curerò anche articoli di moda e tendenze per il quotidiano on line Lettera 43. progetti editoriali nel cassetto ce ne sono – in uscita anche un libro scritto per Fashion Illustrated sulla storia del Denim – ma per ora non vorrei dare troppe anticipazioni. Possiamo dire che si parlerà di gusto, non solo a Bologna”
4) Nella vita a due quanto c’è di fashion e quanto di vintage?
“Fashion e vintage, se intesi come passione e bagaglio di ricordi che ognuno di noi si porta dietro, sono presenti entrambi nella vita di coppia, e in percentuali variabili a seconda del momento che ci si trova a vivere. L’importante è non farsi schiacciare troppo dalla parte vintage e guardare sempre avanti, very fashion”
5) Un oggetto che allo scrittore non dovrebbe mai mancare
“Se devo essere poetica una sciarpona di cachemire in cui avvolgersi e coccolare la testa per non far sfuggire pensieri preziosi, se devo essere reliastica penna e taccuino per essere sempre pronti ad appuntare qualsiasi idea venga in mente. Del resto come diceva un “poeta che si occupa di musica” e che quindi in quel caso parlava di canzoni “e a noi non resta che scriverle in fretta perchè poi svaniscono e non si ricordano più…”
PS
un bacio grande a tutta la redazione, e un consiglio per le lettrici: fate una prova a vestirvi elegantissime, come per una prima a teatro, sedervi sulla vostra poltrona preferita, bicchiere di champagne alla mano e mettervi a leggere un nuovo romanzo…poesia! 
*Le Corbusier Foundation/DACS Photo courtesy of Cassina I Maestri Collection
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