L’anno prossimo l’ex Baglioni di Bologna, oggi Grand Hotel Majestic, festeggerà i suoi primi 100 anni. Cambiano i nomi ma non le atmosfere, ricchissime e morbide. Come solo certi alberghi sanno dare, quelli che quando passi sulla moquette rosso rubino ti sembra già di stare bene. Attraversando specchi e benessere, bagni di marmo e camere avvolgenti. 
Dove gli accappatoi ti sembrano più bianchi e gli odori calmi. Dove le donne dovrebbero essere capricciose e gli uomini accondiscendenti. Dove una giovanissima Elena Sofia Ricci, in un film di Pupi Avati, si buttava sul letto ed era bellissima. E io la guardavo in quel film: lei, dentro una camera di quell’hotel irraggiungibile, davanti al quale passavo con i libri sotto braccio. 
Il Grand Hotel Baglioni era davvero spettacolare. Con l’uomo in divisa che apriva e chiudeva le porte, con i bagagli Vuitton in attesa di essere caricati. Ora che sono diventata grande tutto è rientrato nelle proporzioni, ma non l’odore della memoria. E ieri sera, salendo lo scalone che porta al piano superiore, la mia foto sullo specchio ha sancito un attraversamento. Per salutare quella ragazzina di 16 anni. E per sapere che uno dei miei prossimi libri lo scriverò proprio in una di quelle stanze. 
Anche se ha cambiato nome. 

Nel frattempo mi sono goduta il cocktail degli auguri. Tema: “Come un film…un brindisi senza tempo”, dedicato alla meravigliosa  Audrey Hepburn

In esposizione le clutch pezzi unici della designer Kathy Comelliformatasi alla prestigiosa Parsons School of Design di New York. Gli abiti che vedete sono di Hettabretz e provengono dall’archivio storico. I gioielli Tiffany.

 

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