Al vernissage della 36ma edizione di Artefiera, ieri pomeriggio,  ho incontrato Amélie Nothomb. O meglio la Bloody Amélie di Pierre e Gille , flamboyant e a mani giunte. Adoro la Nothomb e tutto l’onirico, rarefatto e gotico, che la governa. 

Se questo fine settimana volete nutrirvi d’arte vi aspetto a Bologna, ci sono eventi anche la notte. Una città intera invasa da mille immagini, colori, ricerca, espressione, video installazioni, parole e mutamenti. Ma anche una fiera interessante, con 150 espositori. Priva, dico per fortuna, di inutili rancori sociali. Sarà la crisi, non c’è tanto da stare allegri, ma l’ho trovata più umile e quindi intellettualmente più fruibile. 

La proposta si snoda su percorsi storici definiti: Il duello tra Arte Povera  e Transavanguardia (Pistoletto, Penone, Fabro, Pascali, Kounellis…), Il primato di Burri (da Fontana, aggiudicato in ottobre da Sotheby’s a 1,1 milioni di euro, a Manzoni 3,8 milioni di euro, fino a un Burri in netta ascesa venduto a 3,7 milioni di euro), Da Marino a Ontani (adoro Ontani), per finire alle Occasioni per il Novecento ( si dice che sono possibili ottimi affari puntando su Campigli o Sironi). 

Se il meccanismo promozionale dell’arte fosse uguale a quello della moda potrei portarmi a casa un cadeau di Severini o di Balla o un magnifico Depero. Indossarlo sotto il braccio come una bella clutch e fare un paio di foto. Poi appendere il quadro alle pareti e godermelo tutti i giorni.

Qualcuno dovrebbe suggerire l’apertura del mercato alle fashion blogger.

 
Stella Rognoni 
Frani

Senza Titolo Mimmo Scognamiglio
Senza Titolo Mimmo Scognamiglio 
Armada  di Jacob Hashimoto

Kaarina Kaikkonen  Sometimes the Goodness Flickers on the Horizon
Marcello Cinque

David Palterer Orecchi hanno è non ascoltano 
Paolo Consorti
Olaf Metzel 

Marriage Oleg Kulik
Special Personality by Kaarina Kaikkonen





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