Valentina del Bianco e le sue t-shirt

Il codice è la parola, l’obiettivo è la riconoscibilità. Una maglia bucata? “E’ da buttare”. Una vecchia? “Da stare in casa”. L’avete indossata nel verso sbagliato? Allora è “alla rovescio”. Inutile definire cool, trend, fusion… ciò che nel quotidiano chiamiamo così. Insomma il senso delle parole, grazie al cielo in italiano, ritorna nelle t-shirt di Valentina del Bianco, 30 anni, riminese, una vera outsider al White di Milano. La sua provocazione, contro la dilagante necessità di mettersi in mostra subendo passivamente le regole imposte dal dress code, ha sortito un certo effetto positivo. Una prima collezione, firmata Maglia e composta da quattro modelli, esprime concetti concreti su morbidi “contenitori” dalle cuciture sghembe sui fianchi e con orli lavorati di sbieco.   
Dunque Valentina, piccole donne crescono ribaltando il sistema?
“Speriamo di crescere bene, devo dire che l’idea è piaciuta parecchio. Ho avuto tantissimi ordini: Biffi a Milano, Sugar ad Arezzo, Raspini a Firenze e tanti altri. Ed era la prima volta che facevo il White. La mia è una risposta ironica sul modo di vestirsi, riprendiamoci il senso delle cose, dico io, e riconduciamo  la moda, che in certi casi esaspera, alla normalità. I miei nonni rammendavano le maglie bucate, i loro figli le buttavano e basta. Oggi le compriamo così”
Allora chiamiamo le cose con il loro nome?
“Appunto. La mia è una provocazione, è il messaggio sulla magliette che conta. Anche se ho puntato ai dettagli con una precisa ricerca sartoriale”
Progetti in vista?
“Una sciarpa che non sarà una sciarpa, farò la versione primavera estate in lino e cotone e quella invernale in lana e lino. E una capsule collection di abiti. Userò gli stessi codici della parola. Sono per dare alla moda iniezioni di affettività”

Maglia da buttare, Maglia da stare in casa, Maglia del pigiama, Maglia alla rovescio sono distribuiti da Recicle srl. Sale: Antonio Pellegrino. Press Contact: Sabrina Campanella.

 

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