Lo si deve sapere che le tartine fanno la differenza. Persino fra le sontuose ambientazioni  e i grandiosi lampadari dell’Hotel St Regis di Roma, dove qualcuno ha notato freddamente “il vino ce stà ché fa da sponsor, ma di salato poco ché se lo devono pagà”. 

Inutile puntare su una cornice vellutata, dunque, se lo stomaco è vuoto. E senza quella tonda polpettina, fritta e irriverente, a distrarti dall’atmosfera circostante non resta che notare un principe attempato vagare  fra i tavolini in cerca di plateau. Per rianimarsi, enfin, al “sì certo, andiamo tutti da Balestra”. Là di sicuro, dove la finzione estetica raggiunge vette inenarrabili, le protesi mammarie non le porti sui vassoi, come ha fatto la modella della Curti. Era volontà della stilista dare all’evento un carattere sociale: ‘attente alla protesi al seno, potete valorizzare il decollete’ con un bel bustier”. 

 L’intento sarà stato anche buono ma chi lo avrà capito? In quel parterre di attricette scollacciate, di superstiti del primo grande fratello,  di ex “fotoromanzisti”e  di donne dai lunghi vestiti. Insomma Giada Curti, che di storia ne hai da raccontare con tanto di antico atelier, non sarebbe stato meglio stupire con un colpo ardito di buona cucina? Supportando la battaglia contro l’anoressia, ad esempio, o sostenendo i prodotti a chilometro zero.   Persino la collezione ne avrebbe beneficiato, mescolata com’era nella splendida voce di Yasemin Sannino.

Quelle languide spose in bianco, senza un guizzo di autorità, che so di follia. Se escludiamo le coulotte e le trasparenze, a rischio di espulsione da qualunque chiesa. E allora rivolgiamo l’attenzione ai ragazzi dell’Accademia di Costume e di Moda, ospiti  nella “modesta” area di S.Spirito in Sassia. Quelli sì che sono innovativi. E nel digiuno comune che ha caratterizzato l’intera giornata in quel momento, almeno,  ci è parso di lievitare.   





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