A Milano sono arrivata così, con gli stivali Furla dai tacchi altissimi. A quell’ora la mia faccia era fresca e sorridente. Alle 18 del pomeriggio giacevo sui divani bianchi della sala stampa alla Camera della moda, con i piedi massacrati. Mi hanno salvato i bombon di un catering meraviglioso e le ballerine arancioni comprate verso sera da H&M in Corso Vittorio Emanuele.
 La settimana della moda dunque ha avuto inizio: 137 collezioni, 72 sfilate,  53 presentazioni di marchi. Con Simonetta Ravizza ho iniziato la mia avventura,  scoprendo che alle 9,30 del mattino un nutrito parterre di damigelle era già seduto in prima fila. Truccate, ben vestite, scortate, venerate. 
Ma la donna vicina al mio immaginario l’ho vista proprio sfilare sulla passerella: minimale all’esterno e gotica nell’anima. Minidress in neoprene con dettagli in pelliccia, mood total black, coprispalle a mantella, grandi cappelli in visone nero. E l’affacciarsi di un grigio antracite a mantenere le distanze, fra te e tutto ciò che potresti diventare. Una volta persa negli effluvi dell’age d’or che, come l’assenzio, trasforma una qualunque Biancaneve in Fata Verde. 
Che ve ne pare di questa prima sfilata?

 
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