Ci sono mondi tutti da esplorare. Da condividere, delicatamente. Senza eccessi, né lussi paventati. Che poi si sa, a luci spente i conti tornano ad essere contabilità. Questa mattina, con qualche linea di febbre addosso, ho spulciato  tra le carte conservate durante la settimana della moda, vittima di quel principio assurdo per cui  tutto si mette da parte che magari ti può servire. Ma quei fogli ormai hanno perso appeal, come  gli inviti  grazie ai quali venti giorni fa le porte dei palazzi milanesi ti si aprivano come magici scrigni. E in un ambizioso fruscio di abiti, luci e scatti fotografici stavi lì a guardare, come in un film, la ricchezza che ti passava di fianco. Era sufficiente crederci un po’ e in qualche modo essa ti avrebbe avvolto, inebriato.  
 Tuttavia una cartelletta l’avevo protetta bene. Perché lei, Veronica Basharatyan classe 1985, è stata davvero innovativa. E quella ricchezza esterna, di cui parlavo prima, questa volta mi è entrata dentro. Correndo allegramente tra un mio pensiero e l’altro.
Così ho visto “Balkaria”, la collezione autunno/inverno 2013, srotolarsi sotto i miei occhi. E questa zona del Caucaso settentrionale, antica e ricca di tradizioni, emergere imponente attraverso i caftani, le camicie a tunica, le  mantelle di feltro, le sete rarissime, le sciarpe decorate, i soprabiti burka dalla cintura stretta. I ganci, i bottoni e i ricami preziosi che riproducono quelli antichi, realizzati a mano in uno dei villaggi del nord Balkaria. 
Veronica Basharatyan ha lavorato tanto sull’identità femminile anche nella collezione P/E, che dichiara ispirata all’Iran: dove un lungo strato di parole avvolge il corpo e lancia messaggi di emancipazione. 
Veronica tu sei nata in Russia, perché i rimandi all’Iran?
“Ma sai, ho cercato alcune informazioni sul mio cognome che ha origine iraniane, nell’antica lingua farsi significa portatore di buone novelle. Sono anche partita per l’Iran in un viaggio per così dire di conoscenza”.
Legami di mente e di immagini, vedo.
“ Sì, la precedente collezione Surreal Hidden Beauty è stata  fortemente influenzata dal mio viaggio, volevo recuperare il senso di ciò che sta sotto la copertura, il corpo chiuso nel chador. Mi interessava lavorare sulla donna come portatrice di significato, per questo ho fatto scrivere sugli abiti sia le canzoni che le poesie tradizionali iraniane nella lingua farsi”.
Per rimarcare la libertà di parola?
“Per rompere stereotipi e veicolare le tradizioni di un popolo. Quelle culturali, intendo”.
Sono abiti trasparentissimi, dubito che le donne iraniane possano indossarli.
“E infatti le sfilate le faccio qui. Ma il messaggio è universale. E, soprattutto, resta impresso”.



After the luxury and fashion overexposing of Milan fashion week I was home writing and looking through all the invites, the shiny papers and envelopes. Out of the bubble of cocktails and fashion shows the glitters of that world didn’t sparkle so much.
But among all these suggestions and encounters one stands out: the innovative collection of Veronica Basharatyan, born in 85. The 2013 Autumn/Winter collection is inspired by the beauty of Caucasus: caftans, precious silks, capes, handmade scarfs. The bottons, the precious embroidery inspired by the one handmade in the Balkarian villages.
We had the chance to ask some question to the talented fashion designer.

– Veronica, you were born in Russia, then why were you inspired by Iran?
– I was looking in the Iranian origins of my surname that in Old Farsi means “the one bringing good news”. Then I visited Iran to know it better.

– I can tell there is a strong connection between your mind and the imagery you produce.
– Yes the past collection Surreal Hidden Beauty was strongly inspired by my travel, I wanted to bring back the sense of the body hidden by the chador.

– To make a statement on the freedom of speech?
– To break all the stereotypes and show the cultural traditions of a country.

– So many of your dresses are see through, they are not meant for Iranian women.
– I have my fashion show in Europe but the message is still there.

  




Suggestioni iraniane nella collezione primavera-estate

Ispirata al Caucaso la collezione autunno-inverno 2013


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