“WriteWear: la trama dell’abito, l’intreccio di una storia”, era questo il tema del dibattito che ha aperto questa mattina a Thiene il primo Festival dei Blog Letterari. Alle ore 10, finalmente coccolata da una splendida aria fresca, ho parlato del rapporto che esiste tra moda e letteratura, intervistata da Rosalba Carbutti giornalista del Resto del Carlino. Naturalmente vestita di parole, con l’abito disegnato per me da Fabio Cicolani e Silvia Cerpolini.
Ma si è parlato anche di moda e teatro con i costumi del bravissimo Thierry Parmentier e di moda e imprenditoria con le nozioni di Francesco Leone. 
In quell’occasione abbiamo premiato Milena Preti, una delle tre vincitrici di WriteWear, che ha ricevuto in premio da Dress-art,  per mano del giovane stilista Roberto Benelli, una T-Shirt artistica realizzata dal brand ed ispirata al racconto.  

Se me lo chiedete vi dico di sì, che un legame esiste e pure profondo. Il punto è che occorre valorizzarlo, promuoverlo,  raccontarlo. E soprattutto viverlo. Indossare un abito è una proposta interiore, particolarmente intima. Prima di ogni cosa fra te e te, poi fra te e l’esterno. Un modo di dialogare, di “parteciparti”. Oppure di confondere: il tuo stato d’animo o il tuo interlocutore. Gettare la maschera? E perché mai? Ho sempre pensato che essere “Uno, nessuno e centomila” sia un obiettivo. 
Essere sé stessi, alla lunga, annoia mortalmente.  
#sapevatelo

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