Per Sonia Delaunay gli abiti dovevano essere “simultanei”, i colori pochi e sempre in contrasto fra loro. Cerchi, rettangoli, rombi, triangoli, linee: tutto si muove, si fonde. Come il pensiero. E’ l’avanguardia, la modernità. Ancora una volta il concetto si imprime nei tessuti, sprigiona identità e ribellione. Visionaria, eccentrica, moglie di Robert Delaunay (il padre dell’orfismo) Sonia appoggia  pennelli e tele nel 1924 e apre la sua prima maison chiamandola Atelier Simultané.  «Non mi sono mai sentita frustrata né ho considerato la mia arte come un genere minore… Al contrario, l’ho sempre vista come una estensione della mia creatività». 
Sopra, nella foto, la vedete quando nel 1925 decorò la carrozzeria per la Citroen B12, la prima automobile dipinta. Non è geniale?

Un’altra bella mostra dedicata a Sonia Delaunay e proprio all’attività del suo Atelier Simultané dal 1923 al 1934 si è svolta tra febbraio e marzo di quest’anno alla Fondazione Marconi di Milano. Da cui ho preso il gouache di “abito simultaneo” e il pastello che vedete qua sotto.

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