[Photos Natalie Novarese]

Per questa seconda puntata di Fashion Storytelling ci siamo affidati ad un’azienda che produce totalmente made in Italy, è diretta da una donna e al suo interno lavora uno staff interamente femminile. La maison  di Roberta Guercini ha un fascino particolare, appena varchi la soglia annusi l’operato. La lavorazione, il profumo di cucito, la perfezione dei ricami. In qualche modo avverti che il tempo della moda ha un orologio tutto suo: creativo e contemporaneo nel risultato, artigianale e preciso nella lavorazione. Come sempre, prima di scegliere i vestiti da indossare, ho cercato la mia suggestione letteraria. In realtà è balzata agli occhi quasi subito, aiutata dalle linee degli abiti che ho visto . Ho puntato dunque su Andy Warhol,sia  perché la collezione richiama gli anni ’60 sia perché   il re della pop art invece di sottrarre ragionava sulla teoria del sovrappiù, spiazzando il suo interlocutore con intrecci curiosi del pensiero. “Letto sul giornale che Liz Taylor vende segretamente i suoi diamanti in Madison Avenue per contribuire finanziariamente alla campagna elettorale di suo marito, così ho tenuto gli occhi aperti”. Per lo shoot ho scelto l’Hotel di Firenze Rosso 23, un palazzo nobile protetto dalle Belle Arti ora della catena Whythebest , in particolare la stanza dell’affresco che vedete. Forse avrei dovuto spostarmi su spazi più moderni, più conformi al periodo che stavo descrivendo. ma ho preferito accorciare certe distanze. Proprio come fece Andy Warhol con ‘Last Supper’, ispirato all’ ‘Ultima Cena’ di Leonardo, e realizzato alla fine del 1986.
Ma ora vi lascio all’intervista con Roberta Guercini ricordandovi che proprio in questi giorni, fino al 20 gennaio,  ci sarà  la vendita straordinaria dei capi da lei firmati. Compresi  quelli che indosso in queste foto (dalle 10 alle 18, orario continuato, Via del Fonditore 5 – Zona Roveri Bologna)  

Vita da stilista: mi racconti la tua giornata? 
La mia giornata non ha tregua perché il mio compito non è solo quello di stilista ma, essendo anche titolare dell’azienda, seguo un sacco di cose a 360 gradi. Comunque sveglia alle 7,00 e poi via andare fino a sera. Sai, ci sono periodi dove si approfondisce la ricerca tessuti, si selezionano i vari campionari, si girano le fiere. Tutto per la scelta dei tessuti e i vari accessori. Contemporaneamente si buttano giù un po’ di idee, di schizzi. Fino a quando non si comincia a scegliere i temi o cosiddetti mood della collezione e si abbinano i tessuti ai modelli. Con lo sviluppo dei primi prototipi, allora sì che meraviglia! Ma davvero a quel punto non ci sono più orari.
La collezione invernale strizzava l’occhio agli anni ’60. E quella della prossima primavera-estate?
Per la prossima collezione P/E sto ancora elaborando un po’ di idee. Inizio la prossima settimana a visionare un’anteprima di una mostra di tessuti. Comunque penso ad una donna energica, colorata, un’evoluzione della collezione invernale che guardava agli anni ’60. Per l’estate invece prendo ispirazione dalle donne della Thailandia, dai kaftani i colori le stampe tipiche di japuir.
Sei a capo di un’azienda da molti anni, in questo momento di crisi mi pare che gli stilisti nelle loro collezioni osino di meno,  siano in  qualche modo più concreti. Come dire, più calmi. 
Sì, purtroppo è d’obbligo osare di meno visto il periodo che stiamo attraversando. E’ vero anche che ciò non vuol dire sminuire o appiattire il prodotto, anzi! Magari si propongono linee più sobrie senza tuttavia trascurare l’importanza della qualità dei tessuti, delle finiture e degli accessori, fattori fondamentali per la realizzazione di capi di pregio che fanno la differenza con i capi “usa e getta” di cui il mercato è saturo.
I tuoi capi sono tutti lavorati in Italia.  Pregi e problemi di questa scelta?
Difendo a piena voce il Made in Italy. Purtroppo questa non è una scelta facile, in quanto in un momento di mercato così particolare non puoi concorrere con i prezzi di cose prodotte all’estero, ma secondo me pian piano la scelta, anche se, difficile, paga. C’è un ritorno al vecchio modo di pensare, meglio un capo solo, ma buono

Roberta Guercini says: My day is always on the go because my job is not only to fashion designer, but I am also the company owner so I follow everything. Anyway I wake up at 7.00 and then just go on until the evening. You know there are times where we concentrate on research materials, you select samples or go to the sector’ fairs. To choose the fabrics and accessories. At the same time you have ideas and drow sketches .Until you begin to choose the mood of the collection and match fabrics to various models.With the development of the first prototypes, that is the best part! But really at this point the schedule becomes very busy. For the upcoming spring / summer collection I’m still working on a ideas .I will begin next week to see a preview of a fabrics. I am thinking of a woman dressed in energetic colors, an evolution of the winter collection. For the summer I will take inspiration from the Thai woman and the kaftans with the colors and prints typical of japuir. Unfortunately is this period you have to dare less. It ‘also true that this does not mean downplaying the product! Maybe you offer simple lines without neglecting the importance of the quality of the fabrics and accessories, key factors for clothing that will make a difference with the cheap quality items the market is full of. I want to defend the Made in Italy. Unfortunately, this is not an easy choice, because in this particular time, you can not compete with the prices of things produced abroad, but I think slowly the choice though difficult will pay off. In my opinion there is a return to the old way of thinking, one well made piece of clothing!”