Siamo partite in undici ieri mattina alle otto e trenta da Bologna. Come chiusa del corso di Fashion Writer, che ho tenuto per due mesi  a giovani studentesse di moda, ho proposto di assistere ad una vera sfilata. Dunque sul Freccia Rossa destinazione Roma, alcune di loro viaggiavano dritte dritte verso un sogno. Catapultate tra le sete e gli abiti lunghi dello stilista designer Abed Mahfouz, hanno potuto accedere al backstage e guardare “dietro le quinte” con quel trasporto  emotivo che si ha a 18 anni. Un diploma ancora da portare a casa e l’avventura disegnata nel futuro. Se è vero che la moda rientra nella categoria dell’ arte, come affermano i grandi couturier, allora va vissuta. E dunque narrata. Ho chiesto a Maria Christina Rigano, fashion show organization, l’ingresso anche per quelle studentesse. Sì, eravamo in tante. E sì, le ha fatte accomodare. Quante di loro diventeranno famose questo non saprei dire. Ma di certo posso affermare che questo viaggio non sarà dimenticato. Esattamente come la prima sfilata alla quale hanno assistito. La magia dell’evento, la lucentezza delle pietre preziose intarsiate negli abiti, l’impalpabilità dei tessuti. 
Non ci vuole molto ad alimentare i desideri affinché diventino oggetti, creature, forme. Persino vestiti da indossare. Far sì che un breve viaggio in treno diventi il primo biglietto verso il futuro. Quando ciò accade, e nel mondo della moda non è affatto scontato, è bene riferirlo. Io l’ho fatto. Il talento di un grande stilista si vede anche dalle persone che lo circondano.