Ieri a Venezia70 hanno applaudito a lungo il film Che strano chiamarsi Federico dedicato da Ettore Scola all’amico Fellini nel ventesimo anno della sua morte. Un ritratto completo, fra immagini disegni e pezzi di vita, che ha inizia già negli anni cinquanta, durante uno dei loro primi incontri. E’ un omaggio   commovente e delicato dentro un certo cinema che non c’è più.   Così in questa giornata speciale ho pensato di portarvi nella Rimini di Fellini, in particolare dentro il Grand Hotel dove ho soggiornato al mio ritorno dalla Sardegna. Fellini lo amava parecchio quell’hotel dalla facciata liberty, da bambino con i calzoncini corti lui e l’amico Titta Benzi spiavano dalle siepe le splendide donne dagli abiti lunghi e gli uomini vestiti in frac che fumavano il sigaro. Le macchine erano tante. Nere, grandi e morbide. Lo inserì in una scena di Amarcord tanti anni dopo, declinandolo con gli stessi occhi dell’infanzia.  

Venezia70, yesterday. Standing ovation at its premiere at the Venice Film Festival for Ettore Scola and his film dedicated to Federico Fellini. A complete portrait, interviews, drawings and a patchwork of archive footage  So on this special day I thought I’d bring in Rimini Fellini, especially in the Grand Hotel where I stayed on my return from Sardinia. Fellini loved him a lot of that hotel from Liberty façade. Placed it in  Amarcord, many years later, declined with the same eyes of childhood.


 




Shirt BOLLANI / Pants RISSKIO / Earrings ALESSANDRA LEPRI