Raccogliermi l’anima e tenerla in fronte come la lampada dei minatori: niente altro che una particolare attenzione, in virtù della quale le cose escono da un’ombra che le preserva” (Gianna Manzini)


Attraversando Pistoia, in uno dei miei ultimi spostamenti, ho pensato a lei (nata in Via Vitoni al numero 3) e a quanto sia stato ingrato il mondo culturale nei suoi confronti. Di Gianna Manzini, scrittrice raffinata e donna straordinaria, se ne parla nei luoghi specializzati. Nella biblioteca delle donne, per esempio. Ma se chiedi a uno studente del liceo qualcosa su di lei la risposta è sempre la stessa: mai sentita, non la studiamo. Peccato. Il motivo non lo conosco, forse nemmeno c’è. O forse, nonostante il Premio Viareggio vinto nel 1956 con il libro La Sparviera e il Campiello conquistato con Ritratto in Piedi del 1971, non le si perdona l’attività di cronista di moda e quegli articoli frivoli scritti prima sul Giornale d’Italia e poi sul settimanale Oggi. Voi, mi raccomando, non fate lo stesso errore, i suoi libri si trovano nelle pubbliche biblioteche. Apprezzatene, invece, il raffinato lavoro intimista. Giacché usate il blog  per raccontarvi.  Io ho provato a interpretarla così.

Camicia Sartoriale Vintage/ Gonna Paolo Pecora
Gioielli Sharra Pagano 

Ti piacerebbe assomigliare a Gianna Manzini? E allora devi sapere che:

– Amava i gatti: “l’unico modo tollerabile di essere soli in due”
– Andava spesso per giardini, li considerava un ingresso nell’innocenza
– Amava gli abiti. Ha scritto il libro La moda di Vanessa, Sellerio Editore
– Proclamava il diritto di essere assurde, illogiche e discontinue
– A Milano prendeva gli aperitivi al Bar Basso in Via Plinio 39