Schizzati, esibizionisti, improponibili. Talvolta la moda gioca la carta della disperazione: vuoi per mancanza di idee, vuoi per un’eccessiva sovrapposizione di idee. Una corsa agli ostacoli per il timore di sembrare ovvi, scontati, normali.
Eppure, in quel tranquillo evolversi delle vesti e dei comportamenti, anche la quotidianità può diventare un’esperienza. I ritmi cadenzati della natura e dei suoi colori, i capelli arruffati di quando sei appena alzata, gli abbinamenti tranquilli e rassicuranti di quando ti vesti per andare fuori. Senza appuntamenti galanti, aperitivi ingombranti, senza nemmeno uno straccio di pensiero.
Perché la tendenza più probabile, ancorchè scacciata come la peste, è proprio la mediocrità. E se questa definizione vi fa paura sappiate che invece è la migliore. Che nel tempo inizierete ad apprezzarne gli effetti: metterete i calzini dentro le scarpe e le calze d’inverno, indosserete lo stesso abito anche più volte al mese,  dimenticherete definizioni come “colori vitaminici” o “dress code”,  non metterete i gilé e gli orologi da taschino perché sarete informati che il vero dandy è tutt’altra cosa. Ma, soprattutto, vi sveglierete sereni giacché l’unica anticipazione che darete sarà al vostro gatto. “Ti anticipo – mia cara Violetta – che stasera tornerò a mangiare”.
Se proprio non ce la fate a sopportare l’anonimato guardate queste immagini e chiudetevi , per un solo istante, in religioso silenzio. Giusto il tempo di scorrere la provocazione che hanno lanciato gli studenti del triennio dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Uno spettacolo straordinario e debitamente a tema: Fashion Circus.

“Con i loro linguaggi gli studenti dei corsi cultura tessile e tecniche tecnologiche della decorazione hanno giocato al Fashion Circus, chiedendosi …la moda è un contenitore vuoto?” (Vanna Romualdi, docente di Cultura Tessile e Tecniche dei Materiali).

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