Silvia Serban for Patrizia Finucci Gallo

Text and interview by Michela Paladini Rossi – Photos by Ariel Bonalumi

La stilista rumena Silvia Serban ha realizzato un abito per la scrittrice Patrizia Finucci Gallo da indossare durante la MFW. Il tema è dunque la scrittura, proposta attraverso un tessuto simile alla lavagna, dove puoi raccontare tutte le tue storie. Nell’intervista i diversi passaggi, dall’idea all’abito, raccontati dalla stessa Serban.

 

Cosa hai immaginato per questa collaborazione con Patrizia durante la MFW? 

“Ognuno di noi è come un attore che quotidianamente gioca il suo ruolo, o anche tanti ruoli perché no, che si sceglie con cura. Quando ho pensato a Patrizia e alla sua presenza alla settimana della moda  volevo che fosse osservata, fotografata e che la gente intorno a lei rimanesse stupita. Ma la mia intenzione era anche di creare un capo pratico e confortevole, vista la continua agitazione e l’andirivieni che caratterizzano quella settimana. Poi, ovviamente, il capo doveva calzarle a pennello e lusingare la sua linea. L’ho pensato perché svolgesse più ruoli, come la persona che lo indossa, che fosse adattabile, versatile, da usare sia come abito sia come trench. Inoltre, ho voluto dotare questo capo di un elemento “wow”, poiché ho notato che Patrizia indossa con naturalezza elementi particolari, statement. Abbiamo immaginato questo capo come a volere rappresentare lei come scrittrice, ma anche tutta la gente  appassionata alle parole. A tal proposito ho scelto l’accoppiamento bianco e nero pensato al contrario e capovolto. Sfondo nero con righe bianche (mentre tutti noi scriviamo su un foglio bianco usando un colore scuro, vero?). L’idea era quella di evitare la certezza, il prevedibile. Ma non solo, volendo si può andare avanti con l’immaginazione e riempire i quadratini del capo con lettere, cifre, immagini ecc. In quanto alle maniche, sono realizzate come una crinolina, sono fluide e rappresentano il punto centrale di una storia alla quale si giunge dopo aver visto l’intera linea, una forma insolita il cui ruolo è quello di intrigare”.

Il tuo ideale di donna contemporanea?
“Io me la immagino come una donna che non ha paura di mostrare le sue vulnerabilità, che accetta i momenti di paura senza timore di ammetterli, senza nasconderli al mondo. Credo sia molto importante, come donna, lasciarsi amare, essere sincera con se stessa e con gli altri”.

Progetti futuri?
“Ne ho molti, fortunatamente. Mi ritrovo in un momento durante il quale, insieme al mio team, abbiamo pensato interessanti progetti con persone che si ritrovano nella nostra filosofia: stiamo collaborando con vari stylists ed artisti, stiamo estendendo il nostro brand all’estero. C’è anche un progetto molto speciale per me, nel quale credo tanto e che abbiamo già cominciato ad avviare. Si tratta del concetto di “slow fashion”, essere responsabili nei confronti dell’ambiente anche quando si tratta di moda, evitando così uno spreco inutile di tessuti e rimanenze. In sintesi, vogliamo essere la prima piattaforma di upcycling fashion in Romania e offrire alle persone interessate gli strumenti ed il posto dove  possano creare moda sostenibile. Ovviamente, anche il brand Silvia Serban prenderà questa direzione e quindi avrò delle collezioni speciali con capi solo decostruiti (al momento, i capi decostruiti vengono creati su richiesta)”.

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