Patrizia Finucci Gallo
- writer and journalist
- @pfgstyle
Boldini e la moda in mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino al 2 giugno
Pennellate ardite, voluttuose, come a disegnare le forme fra le pieghe degli abiti, esaltando i corpi strizzati, resi minuti dai corsetti. Ma anche colore, gioco, tenebra e albeggi, nei rimandi femminili, un punto luce sugli occhi che sembrano agguantarti. Giovanni Boldini sapeva leggere dentro, restituendo la gradazione del pensiero. Sì, anche io avrei desiderato essere ritratta da lui, indossando un abito prezioso della noblesse francese. Mi sarei seduta in uno di quei divani di velluto dai colori cangianti, improvvisando uno sguardo languido e distante. O, meglio ancora, avrei cavalcato l’arte della provocazione, recitando come la Marchesa Casati la mia follia. Lui, il pittore della Belle Époque, avrebbe fatto il resto.
Una mostra, Boldini e la moda, curata da Barbara Guidi con la collaborazione di Virginia Hill, allestita a Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino al 2 giugno, ti catapulta in quel periodo di fresca modernità, fra incisioni, quadri, oggetti offrendo al pubblico oltre cento opere dell’autore e una serie di abiti legati al contesto compreso quello di Alexander McQueen disegnato per Dior e a lui ispirato. Tante donne, tante mise diverse, un look of the day, come diremmo adesso, per ogni età e per ogni stagione. Una bella Eleonora Duse, una irriverente Alice Régnault, una magica Gladys Deacon, duchessa di Marlborough e tante altre “bellissime” per finire con l’inquietante Marchesa Casati, sono state ritratte e rese eterne dal pittore ferrarese. Che, con un colpo di coda, raccontando la pariginità ha saputo rendere la sua vita un’opera d’arte. Come suggeriva un esperto Gabriele D’Annunzio e l’ambiziosa Marchesa.
Study of Mme Gautreau
Boldini, Giovanni (1842-1931): Lady in White, 1902 Florence Gallery of Modern Art *** Permission for usage must be provided in writing from Scala.
Study of Mme Gautreau
T.235-1960
Hat
Straw hat trimmed with ostrich feathers and barley, designed by Suzanne Talbot, England, ca. 1910
*Si ringrazia per l’utilizzo delle foto lo studio Esseci di Milano.
