• PATRIZIA FINUCCI GALLO

  • @lasalottiera

Potete immaginare la sferzata di una sciata sulla neve e un pomeriggio lento immersi nell’acqua calda delle piscine termali? E’ l’ultima scommessa lanciata dal Gruppo Monti a Lizzano in Belvedere nell’appennino bolognese. La presa in gestione della Tavola del Cardinale, storico locale alla base degli impianti di risalita del Corno ora rinominata Chalet delle Terme, apre nuovi scenari su sport e benessere con proposte speciali e pacchetti turistici. In poco più di mezz’ora dalle Terme di Porretta, di proprietà del gruppo, si arriva sulle piste; in primavera e estate l’incanto dell’Alto Appennino Tosco – Emiliano prepara alle escursioni per un totale di sentieri (dai più facili a quelli più complessi) di 500 chilometri. Si prepara dunque il rilancio di una zona turistica che potrebbe riservare moltissime sorprese grazie anche al Pnrr, puntando su nuove strutture e impianti sportivi.

Lizzano in Belvedere

Lizzano in Belvedere: lo Chalet delle Terme

Di quella domenica del 9 ottobre del 1617 quando il Cardinale Luigi Capponi accompagnato dai suoi collaboratori per una ricognizione, si fermò a mangiare in questo luogo riparato fra il Corno alle Scale e il Lago Scaffaiolo, resta la leggenda e persino il nome Alla Tavola del Cardinale. Quattro secoli di storia che rimarranno all’interno dell’insegna di esercizio, ricordando la disputa per il confine che allora separava due stati: la Bologna Pontificia e il Ducato di Modena.

La cucina è tradizionale con prodotti del territorio: una buonissima ricotta senza aggiunta di panna, leggera e soffice da gustare con pane di patate fatto in casa o gustose crescentine. Ma anche taglieri con salumi e formaggi della zona, polenta ai funghi freschi oppure al ragù, carne alla brace morbida e gustosa.

Lizzano in Belvedere Lizzano in Belvedere Lizzano in Belvedere

 

ESCURSIONI ED ESPERIENZE DA VIVERE AL CORNO ALLE SCALE

 

LA SBOCCATA DEI BAGNADORI E IL MONTE GRANDE (difficoltà media)

 

Si parte da Rio Ri, dove si trova una sorgente potabile e fresca, in direzione Bagnadori tramite il sentiero CAI 325. Una volta arrivati ai Bagnadori (dove si trovano un bivacco e una delle sorgenti più grandi del territorio) per proseguire verso il Monte Grande è necessario seguire una piccola parte del sentiero CAI 123 e poi il 125a (che curva verso destra) fino alla cima del Monte. Da qui è possibile ritornare ai Bagnadori tramite il sentiero CAI 125 e poi o tornare a Rio Ri (sentiero 325) oppure raggiungere Pian d’Ivo tramite la Via dei Signori (sentiero 323). In questo caso è possibile raggiungere di nuovo Rio Ri tramite la strada asfaltata, così da completare il percorso ad anello.

Questo percorso permette di osservare (e sorseggiare!) due importanti sorgenti e di raggiungere un punto panoramico incastonato tra cime più elevate. Dal Monte Grande è visibile anche il borgo di Monteacuto. Nella zona dei Bagnadori sono stati ritrovati alcuni reperti risalenti al periodo Neolitico, come punte di freccia, raschiatoi e selci. Una menzione particolare per le opere d’arte della Via dei Signori, installate nel 1994 nell’ambito del progetto (Parco del Corno alle Scale e Comune di Lizzano in Belvedere) “Sentiero d’Arte”. Tutte le opere sono realizzate utilizzando materiali locali e in alcuni casi anche avvalendosi di maestranze/industrie del territorio (soprattutto per quanto riguarda la pietra e il ferro). Nell’ambito dello stesso progetto nel 1998 sono state realizzate le opere presenti alla cascata di Vidiciatico, che hanno il titolo complessivo di “Genesi dell’acqua”.

 

PIAN D’IVO E LA NUDA (difficoltà media)

Il monte La Nuda non è famosa come il suo vicino (il Corno alle Scale), ma di certo sa offrire emozioni uniche a chi è così tenace da arrivare in cima! Raggiungerla infatti non è semplicissimo: esiste un itinerario di difficoltà media e uno per escursionisti esperti.

Si può raggiungere il parcheggio vicino a Pian D’Ivo (appena prima di Madonna dell’Acero) sia in auto che con i mezzi pubblici. Una volta lì è sufficiente attraversare la strada e imboccare il sentiero CAI 323 (Via dei Signori). Piegando a sinistra si raggiunge Pian D’Ivo, dove si trova un Centro Visita del Parco del Corno alle Scale. Basterà proseguire fino ad arrivare all’imbocco del sentiero CAI 327 (sulla destra), che porterà fino in cima alla Nuda. Il sentiero è abbastanza impegnativo, ma la fatica verrà ripagata una volta sulla vetta. Da qui bisogna proseguire verso il Passo del Vallone via sentiero CAI 129, scendere verso la Valle del Silenzio tramite il sentiero CAI 337 e infine verso il Cavone (CAI 335). Oppure tornare a Pian D’Ivo seguendo la strada asfaltata, completando così il percorso ad anello. Questi itinerari sono perfetti per chi desidera mettersi alla prova su strade meno “famose” e “trafficate”: si verrà ricompensati dal panorama e la pace che si godono sulla vetta. Il nome La Nuda deriva dal fatto che la cima è completamente priva di vegetazione ad alto fusto. Una menzione particolare per le opere d’arte della Via dei Signori, installate nel 1994 nell’ambito del progetto (Parco del Corno alle Scale e Comune di Lizzano in Belvedere) “Sentiero d’Arte”. Tutte le opere sono realizzate utilizzando materiali locali e in alcuni casi anche avvalendosi di maestranze/industrie del territorio (soprattutto per quanto riguarda la pietra e il ferro). Nell’ambito dello stesso progetto nel 1998 sono state realizzate le opere presenti alla cascata di Vidiciatico, che hanno il titolo complessivo di “Genesi dell’acqua”.

foto tratta dal sito di consorzio corno alle scale

IL MONTE BELVEDERE: UN LUOGO RICCO DI STORIA (difficoltà facile)

Il Monte Belvedere (1139 mt. slm) si trova pochi chilometri sopra Querciola, ed è facilmente raggiungibile sia a piedi che in mountain bike o e-bike (ciclisti esperti). Si può arrivare in macchina in località Calcinara (poco sopra Querciola), parcheggiare e poi proseguire a piedi prima per un tratto di strada forestale e poi per il sentiero che condurrà proprio sul Monte (sentieri CAI 345 e 157). E’ possibile prendere il sentiero CAI 345 anche dalla località Corona, l’imbocco si trova appena prima della zona abitativa. Dalla cima del Monte Belvedere si può ammirare il meraviglioso panorama e le rovine dell’antico castello medievale. Il castello Belvedere fu edificato nel 1227 in posizione strategica sul monte Cimbriano (successivamente anche il monte venne denominato Belvedere) per frenare le minacce di aggressione di Federico II. Si possono ancora osservare le rovine del castello, da cui è stato possibile ricostruirne la pianta. Durante l’età delle Signorie il castello perse la sua importanza, fino a venire abbandonato del tutto. Il Monte Belvedere ebbe una rinnovata importanza come punto strategico durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Monte Belvedere è però importante anche dal punto di vista del folklore locale: è infatti qui che secondo un’antica leggenda il Diavolo è apparso ad Oliva.

LIZZANO IN BELVEDERE – LAGHETTI DI PORCHIA (difficoltà facile)

Raggiungere i laghetti di Porchia tramite il sentiero che parte da Lizzano è facile e breve, perfetto per passarre un pomeriggio a contatto con la natura. E’ possibile percorrere questo tratto anche in bicicletta o e-bike. L’imbocco del sentiero si trova in località Piastrella: qui iniziano le indicazioni per il sentiero CAI 147a, che va percorso fino a Porchia passando per Casale. Prima si attraversa un castagneto, dove si può osservare un casone (essiccatoio per le castagne) ancora funzionante. Si arriva poi in località Casale e si prosegue nel bosco, dove si può osservare un’edicola votiva. Una volta usciti dagli alberi sarà sufficiente camminare fino ai laghetti di Porchia lungo la strada asfaltata. Per il ritorno si può scegliere di ripercorrere i propri passi oppure di tornare a Lizzano tramite la strada. Da Porchia si può anche raggiungere il fiume, dove è possibile passeggiare o rilassarsi prendendo il sole.

foto tratta dal sito di consorzio corno alle scale

MONTEACUTO DELLE ALPI E MADONNA DEL FAGGIO (difficoltà media)

Monteacuto delle Alpi è sicuramente uno dei maggiori punti di interesse nella zona delCorno alle Scale. Da questo borgo medievale partono anche vari sentieri che conducono a luoghi altrettanto magici. Uno di questi è il sentiero CAI 109, che dalla zona delle Tegge a Monteacuto (appena dopo l’imbocco del paese, nei pressi della fontana) scende inoltrandosi nel bosco fino al santuario di Madonna del Faggio. Il santuario ha un porticato, un campanile quadrato e portone d’arenaria. E’circondato da una lussureggiante faggeta, i cuoi esemplari più grandi si trovano vicino al campanile. Vicino all’edificio scorre il rio della Madonna, che si può attraversare grazie a un ponticello in legno. Anche qui, come a Madonna dell’Acero, si dice sia apparsa la Vergine Maria.

Prima di raggiungere il santuario si incontra un’altra costruzione, il mulino della Squaglia. Questo mulino serviva agli abitanti di Monteacuto per macinare le castagne essiccate così da ottenere la farina. Le castagne erano una colonna portante dell’antica economia montanara.

Questo itinerario prevede la partenza da Monteacuto con l’imbocco del sentiero CAI 109 in direzione Madonna del Faggio. Una volta giunti al santuario il ritorno avverrà tramite lo stesso sentiero. Prima della partenza oppure al ritorno non si può rinunciare a visitare il paese, dove il tempo sembra rimasto fermo al Medioevo. Una menzione particolare per la caratteristica piazza in discesa. Chi desidera ampliare l’esplorazione dei dintorni di Monteacuto può proseguire il cammino in direzione Pian dello Stellaio, seguendo sempre il sentiero 109. Per un tratto il sentiero costeggia il torrente Barricello, poi continua con alcuni saliscendi fino alla Cascata dell’Acqua Caduta. Da qui parte l’ultimo strappo prima di Pian dello Stellaio, una radura in mezzo ai boschi. Per tornare verso Monteacuto è necessario imboccare prima il sentiero CAI 101 fino al Rombiciaio (dove si può osservare un grande faggio secolare) e poi il sentiero CAI 143 verso la Donna Morta. A questo punto si deve imboccare il sentiero CAI 113, che riporterà a Monteacuto offrendo la possibilità di ammirare splendidi panorami e alcuni tratti di antichi muri a secco che delimitavano il sentiero, un tempo l’unica via di collegamento con la zona del pistoiese. Per completare l’intero percorso ad anello sono necessarie circa 7 ore di cammino.

MADONNA DELL’ACERO E LE CASCATE DEL DARDAGNA (difficoltà facile o media)

Il sentiero che porta alle cascate del Dardagna (“sentiero delle sette cascate”) si può suddividere in due “tronchi”. Il primo (santuario di Madonna dell’Acero – ultima cascata) è facile e adatto a tutti, il secondo (ultima cascata – Cavone) è di media difficoltà.

Per iniziare il trekking è necessario arrivare in auto o con i mezzi pubblici a Madonna dell’Acero, dove è possibile visitare il santuario e ammirare l’acero secolare dove la leggenda narra che sia apparsa la Madonna. Da qui, esattamente alle spalle dell’edificio, parte il sentiero CAI 331, un comodo e largo percorso che porterà ad ammirare la potenza della cascata. Questa prima parte è adatta a tutti, bambini e anziani compresi, non presenta difficoltà particolari o dislivelli importanti.
Nelle fresche acque del torrente Dardagna vivono animali come la rana temporaria e la salamandra pezzata; quest’ultima rappresenta un indicatore biologico: vive solo nell’acqua più pulita. A questo punto si può decidere se tornare indietro per lo stesso percorso o continuare a salire verso il Corno alle Scale. Per proseguire il sentiero risalendo il corso delle cascate del Dardagna si deve prendere il sentiero CAI 333, che si arrampica nel bosco di faggi, costeggiando il corso d’acqua. Il sentiero presenta punti ripidi, anche se addolciti da scale e corrimano. Lo spettacolo offerto dalle cascate è davvero unico: il Dardagna compie sette sbalzi, e il sentiero li costeggia tutti.

Per arrivare fino al Cavone all’incrocio dopo l’ultima cascata (decisamente più piccola rispetto alle prime incontrate) si dovrà girare bruscamente a sinistra per il sentiero CAI 337. Quest’ultimo tratto porterà nei pressi del laghetto del Cavone. Da qui bisognerà scendere per la strada provinciale asfaltata fino a Madonna dell’Acero.

GLI ABITANTI DEL BOSCO

Addentrarsi nel fitto del bosco per osservare l’habitat naturale degli animali dell’Appennino in compagnia di guide esperte che vi faranno notare le loro abitudini non ha prezzo! Si resterà ammaliati nel vederli così da vicino, ma attenzione a dove si mettono i piedi perché ad ogni piccolo rumore, ad ogni rametto calpestato, loro scappano! Il lupo forse è l’animale che più viene collegato alla vita del bosco, soprattutto per via delle fiabe, che lo mostrano però come spauracchio. Ovviamente nella realtà i lupi non sono pericolosi per l’uomo, sono anzi animali importanti e interessanti da conoscere. Percorrere insieme gli stessi sentieri calcati dai lupi, in cerca di tracce del loro passaggio è un’esperienza indimenticabile per adulti e bambini.

ALLA SCOPERTA DELL’APPENNINO

Le proposte sono davvero adatte a tutti, sia che si preferisca una giornata all’insegna della cultura o che si desideri semplicemente un po’ di relax. Tutti i tour prevedono l’accompagnamento di una guida professionista AIGAE e un cestino rustico per degustare i migliori prodotti locali a km 0.
Si seguirà il cammino di alleati e partigiani che, sulla linea fortificata chiamata “Gotica”, cercarono di rallentare l’avanzata tedesca nelle ultime fasi della guerra tra i crinali e le vallate dell’Appennino Tosco-Emiliano. Si può scegliere tra diversi itinerari, a seconda della durata, degli interessi e dell’allenamento tecnico: • Monte Sole • Monte Belvedere • Monti della Riva • Monte Belvedere • Castel d’Aiano • Livergnano• Monte Battaglia • Passo della Torricella • Riserva Naturale Acquerino Cantagallo • Passo della Futa.

ESCURSIONI IN BICICLETTA

Per un’escursione con bici elettrica nel fantastico Parco regionale del Corno alle Scale si può partire dalla Baita Acquadela del Cavone. Si percorrerà il bellissimo sentiero che porta al rifugio le Malghe dove si effettuerà una breve sosta per foto e ristoro. Successivamente, si procederà per un breve tratto in salita che porterà al Lago Scaffaiolo. Sosta presso il rifugio Duca degli Abruzzi e ritorno. Dopo una breve sosta per godersi il panorama, si ripercorrerà il medesimo itinerario oppure, se le condizioni lo permettono, ci si dirigerà a valle attraverso il percorso della “Polla” che ripercorre la nota pista sciistica del Parco.

Non solo, ma grazie alla Strada delle Terme, inaugurata la scorsa estate, che unisce i due villaggi termali di Porretta e Monterenzio, si arriva al Villaggio della Salute Più dove si può vivere appieno la natura incontaminata.

La Strada delle terme è stata completamente mappata e geolocalizzata perché sia possibile percorrerla a piedi, in bike o in auto. Non si tratta solo dello spostamento da un punto all’altro del territorio, anzi: i tre tracciati sono ricchissimi di punti di interesse, che meritano una deviazione o una pausa. Ci sono luoghi naturalistici come il Monte Stagno e il castagneto secolare di Poranceto, luoghi di rilevanza storica o artistica come Castiglione dei Pepoli, luoghi di interesse architettonico come la Badia di Monte Armato o la Rocchetta Mattei.

Per il Gruppo Monti Salute Più le vacanze non sono quelle modaiole ma un tempo prezioso da dedicare alla cura di sé, al benessere e alla prevenzione. Non a caso si parla oggi insistentemente di turismo salutistico: la natura è il contesto migliore in cui viverlo nell’arco di alcuni giorni. La scienza più aggiornata dimostra che il contatto vivo con un ambiente naturale induce calma e serenità, regolarizza il battito cardiaco, abbassa la pressione arteriosa, stimola le energie psicofisiche e alza le difese immunitarie. Questa proposta di esperienza ecoterapeutica ‘Natura World’ si arricchisce quindi della Strada delle terme, in continuità con il concetto di salute che il gruppo propone alle terme: uno stile di vita attivo in cui si è protagonisti del proprio benessere.

FOREST BATHING

Al Corno alle Scale è possibile ricaricarsi di energia positiva in mezzo al verde della natura, ritrovando il proprio equilibrio interiore immersi nel silenzio dei boschi o sulle vette di una montagna. Lasciarsi guidare da esperti del settore per scoprire la spiritualità più profonda in piena armonia con ciò che ci circonda è davvero utile per staccare con la frenesia della quotidianità.

DALLA MATERIA ALLA CREAZIONE

 

ARTE E TRADIZIONE

Da queste parti è possibile imparare le arti del mestiere affidandosi ad esperti del settore che  mostreranno cosa è possibile fare usando solamente le mani e l’ingegno. Piccole botteghe artigiane e orafe aprono le porte delle loro attività per far scoprire tutti i segreti della lavorazione della materia prima, accompagnando i visitatori in un mondo magico e sfavillante. Un’esperienza davvero unica nel suo genere, che si potrà vivere grazie alle conoscenze di vere e proprie artiste.

 

MISTERI DELL’APPENNINO

Fin da bambini siamo sempre stati affascinati da favole, racconti e misteri. Attraverso un viaggio a ritroso nel tempo in questi tour si dà una voce a personaggi un po’ diversi dal solito facendo conoscere luoghi in cui leggenda e realtà si mescolano e dove l’immaginazione popolare si è intrecciata con storie realmente avvenute. Le “mummie” sono dei “volti di pietra” con valore apotropaico, che si possono osservare sui muri di alcune antiche dimore nel comune di Lizzano in Belvedere (BO). Un accompagnatore esperto accompagna alla scoperta di tutti i segreti di questa interessante e particolare tradizione montanara. Aneddoti misteriosi e leggende per scoprire le storie più antiche dei borghi dell’Appennino. Un’esperienza unica e suggestiva, nel calar della sera, in questi tour nel centro dei paesi alla scoperta di angoli nascosti che faranno scoprire nuove prospettive: • Porretta Terme • Rocca Corneta • Vidiciatico • Monteacuto • Osteria del Fantorno di Monghidoro • Borgo abbandonato di Castiglioncello.