Maria Grazia Chiuri l’ha voluta per la sfilata Haute Couture di Dior a Parigi, uno sfondo di lunghi pannelli inanellati quale omaggio alle civiltà primordiali, alla donna in particolare e ai miti che è possibile evocare. Un battesimo di riguardo nel mondo dell’alta moda per Marta Roberti, bresciana, classe ’77 che ha legato la tessitura all’arte nella magia della creatività.
Oggi a Palazzo Boncompagni una mostra dedicata all’artista, curata da Silvia Evangelisti, riporta il focus sul taglio esotico e sulla sacralità della vita, indagando artisticamente il rapporto tra ornamento e significato. Giungla a Palazzo, questo è il titolo della rassegna aperta fino al 28 luglio, propone 17 disegni, arazzi e una scultura di diverse dimensioni. Tele che raccontano animali e corpo umano, indicando che l’arte è davvero una tessitura, un intreccio emotivo ma anche di fatto. Ogni tela è di fatto ricamata in fili di cachemire su tele di cotone: “La mia pratica nasce da una riflessione profonda sul sé, inteso come qualcosa di aperto, senza confini rigidi e non esclusivamente umano – dichiara Marta Roberti – l’attrazione per il mondo vegetale e animale, insieme all’intuizione della sacralità della vita che condividiamo con ogni altra specie, si è accresciuta anche grazie alle letture di filosofi e scrittori che indagano visioni radicali dell’esistenza.”
Le opere sono visibili lungo il loggiato di Palazzo Boncompagni e all’interno della Boncompagnina, fino alla Scala del Vignola. “ Siamo felici di ospitare la mostra le cui opere dialogano con l’architettura e la storia del Palazzo – racconta Paola Pizzghini Benelli Presidente della Fondazione Palazzo Boncompagni – gli animali protagonisti delle sue opere evocano le figure di Ulisse Aldrovandi, cugno di papa Gregorio XIII. Proprio i suoi studi naturalistici hanno ispirato le grottesche che decorano la sala del Papa”
