Ljubljana è semplicemente meravigliosa, ed è vero che le città attraversate dai fiumi dispongono di una fascinazione in più. 
Una morbidezza che sa di zucchero filato, un profumo di storia e di lampioni accesi. Di note preziose: al civico 17 di Mesti trg c’è il busto di Gustav Mahler che nel 1881 fu il direttore d’orchestra della Società Filarmonica. 

Così bella non la immaginavo, così sfacciatamente asburgica nemmeno. Il Ljubljanica, si narra che sulle sue acque gli Argonauti trasportassero il vello d’oro, scorre lento e attraversa la città costruita in un insieme di edifici barocchi e art nouveau. 

L’architetto Jože Plečnik la voleva simile all’antica Atene e l’influenza dei suoi sogni è ancora lì, visibile nel triplice ponte, nel mercato centrale progettato negli anni trenta e nei palazzi della biblioteca nazionale. E in qualche spiazzante allusione erotica, giusto per essere sovversivi fra le forme classiche dei pilastri. 
Se andate a Lubiana fate una tappa al caffè Lolita (proprio in onore di Nabokov), al civico 1 di Cankarjevo Nabrezje. Lì mi sono fermata due ore a leggere. Splendido, sia per la posizione di fronte al fiume sia per l’aspetto curato e originale del locale. 

Verso le cinque sono andata dalla stilista  Irena Funduk…ma di lei vi parlerò domani:)


Cena da Harfa e nanna al Grand Hotel Union, palazzo storico in pieno centro, è la giusta chiusa di un viaggio davvero sorprendente. 


  


Cibo, lettura e un giro fra negozi


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