di Elisabetta Guolo                                             foto Valerio Agolino

Boxer, slip, camouflage, tartan, pigiami, tute, camicie da notte. Quest’anno la tendenza underwear sembra delineare un uomo dallo stile eclettico,  giocoso ma virile, con forti richiami al passato, reinterpretati con piglio moderno.
Mentre in ogni parte del globo gli uomini guardano le foto dell’ultima campagna che ha come protagonista David Beckham con i suoi addominali di marmo ben scolpiti, c’è chi preferisce un uomo più chic, intellettuale e versatile.
Uomini con pigiami sportivi, stampe, papillon e stivali da operaio, foulard e camicie da notte a scacchi, vestaglie da camera calde e avvolgenti, “scaldotti” su boxer attillati: questo e molto altro ha estasiato gli occhi degli ospiti accorsi a Bologna, a Palazzo Gnudi in un’atmosfera maestosamente neoclassica, alla sfilata “La Camera – Intimo e Pigiameria”, con la partecipazione del brand “Byblos”, della stilista Marina Caria e della casa palermitana “Robe da Camera.

Che tipo di uomo emerge, quando la volontà del recupero del passato si mischia a linee comode dal taglio moderno e qual è l’idea, l’ispirazione da cui nasce tutto?
Abbiamo rivolto questa e altre domande alle stiliste Marina Caria e Domenica Del Vecchio (Byblos) e ad Antonio Zuccarino, che è anche proprietario del negozio Uomini in Via del Pratello.
“Marina e io – spiega Antonio – abbiamo disegnato le vestaglie, che possono essere indossate non solo in casa ma anche fuori, utilizzando materiali pregiati di recupero che prima erano ad esempio coperte di raso o cappotti. L’idea è quella di far rivivere questi oggetti reinventandoli. Un altro nostro capo si chiama “scaldotto”, è multiuso, lo puoi gettare sulle spalle o appoggiare sulle gambe seduta in poltrona”.
Ma c’è un’altra chiave, più intima, che racconta la storia di scaldotto. “E’ un capo nato in periodo molto brutto della mia vita – aggiunge Marina – in cui però cercavo di reagire e un giorno, inaspettatamente, in un vecchio laboratorio di maglieria ho trovato uno scatolone pieno di scarti di tessuto: da lì è nata l’idea di assemblare tutti questi pezzi di stoffa, e ciò ha in qualche modo segnato la mia rinascita”.
Le vostre vestaglie sembrano evocare l’otium latino. Il tempo è l’ultima frontiera del lusso?
“In effetti – chiarisce Antonio – il tempo è un lusso e questi prodotti sono lussuosi per tre ragioni. Per i materiali pregiati con cui sono stati realizzati, non dimenticando che sono tutti pezzi unici e che le vestaglie sono double-face. In secondo luogo chi li indossa deve concedere del tempo a se stesso, anche per coccolarsi. Infine è un lusso anche per noi che li realizziamo, perché ci concediamo il tempo per crearli a mano, con lavoro sartoriale, ricercando i tessuti in modo minuzioso e rigoroso.
I pigiami di Byblos sono caratterizzati da un mix di materiali e stampe. Come mai questa scelta?
“Per far capire che non è necessario essere monotoni – racconta Domenica –  un uomo può anche aprire l’armadio, prendere i primi capi che trova e mixarli assieme”.
Le camicie da notte in tartan di “Robe da camera” sono connotate dalla forte suggestione del passato, della sua solidità. Una reazione alla crisi economica e alla precarietà di oggi, questo richiamo alla tradizione e ai suoi valori?
“Se per qualcuno il vintage è una forma di rottura con il passato, per noi il vintage è una continuità, un modo di reinventarlo – interviene Antonio. In Italia abbiamo molta forza lavoro e molta qualità, molta tecnica: una strada per recuperare il passato è reimpiegare queste risorse. Anche diffondere benessere, inteso come soddisfazione per il proprio lavoro, è una forma di recupero della tradizione con gli occhi rivolti al futuro”.
In conclusione, che tipo di uomo emerge?
Per Antonio: “Un uomo trasversale, che vuole sentirsi a casa, senza ceto sociale e senza età”.

Per Domenica Un uomo giovane e fashionista, nonostante indossi un capo tradizionale

 


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