Alle Terme di Riolo, un viaggio nel tempo fra Liberty e modernità
l 24 luglio del 1877, in una piccola cittadina romagnola, si aprirono i cancelli di uno stabilimento termale che sarebbe diventato negli anni uno dei più ambiti luoghi di benessere. La calma, l’aria preziosa, i vulcanetti naturali di Bergullo, le sorgenti, la natura rigogliosa hanno fatto sì che le Terme di Riolo accogliessero personaggi del calibro di Lord Byron, Gioacchino Murat e i principi Bonaparte, Pellegrino Artusi, Giosuè Carducci.
Passeggiare all’interno del parco secolare ha una valenza meditativa, nei 12 ettari di spazio si incrociano le energie della natura e la bellezza di querce centenarie. Alle Terme di Riolo ci potete arrivare in macchina ma anche comodamente in treno, si scende a Castel Bolognese e si prende un autobus che dalla stazione porta direttamente allo stabilimento in meno di quindici minuti.
Le acque sono sulfuree e salsobromoiodiche, vengono usate per terapie idropiniche, inalatorie e bagni, grazie alle loro proprietà depurative in grado anche di limitare i danni da fumo.
Ma la vera sorpresa di questo luogo sono le strutture architettoniche Liberty, come l’ingresso al Padiglione Centrale dove si effettuano le cure e l’edifico del Grand Hotel delle Terme (Gruppo Akus Hotels) che ha mantenuto intatto lo stile ed alcuni arredamenti di quel periodo.
La bellezza del giardino unita all’eleganza dell’ambiente fanno di questo hotel una vera oasi per riallineare mente e corpo. I piatti sono serviti in una grande sala con mobili originali d’epoca. “E’ il mio gioiello – racconta Eugenio Iannella, direttore generale – quando sono arrivato qui me ne sono innamorato subito. Ho avuto cura di questo luogo come un figlio, l’ho visto crescere e ora sono contento. Tanta storia qui dentro andava preservata, come l’arredamento liberty, ma c’era bisogno anche di movimento, di nuove cose. Per questo ho pensato ad organizzare eventi che potessero coinvolgere realtà locali come artigiani ed artisti, per esempio, ma anche ballerini di tango”.
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Un ringraziamento speciale a Matta e Goldoni per gli abiti che vedete in questo servizio