C’era una sala zeppa di giornalisti ieri a Palazzo Morando davanti ad una delle mostre più attese dalle shoes victim. Lui, Manolo Blahník 74 anni, il re delle scarpe proibitive, colui che fece impazzire  Carrie Bradshaw in Sex and the City a tal punto da farle spendere 40mila dollari in scarpe, era davanti a tutti noi. In carne e scarpe si potrebbe dire, bello come il sole, a prendersi applausi interviste, foto e tutto ciò che una star ha da avere. Ma anche un pensiero per le sue amiche, Franca Sozzani ed Anna Piaggi, alle quali dedica questo progetto.

Il tutto per la prima esposizione in Italia dedicata all’iconico couturier spagnolo dal titolo The art of shoes:  i 212 i modelli esposti e gli 80 i disegni  coprono 45 anni di attività dello stilista.

Dal 26 gennaio al 9 aprile 2017 dunque potete ammirare le migliori creazioni calzaturiere, vere e proprie opere d’arte che proprio in Italia, nell’hinterland milanese, prendono forma in aziende che ancora portano avanti una vocazione artigianale. Ma non solo: l’esposizione intende raccontare ed evocare la profonda influenza che l’arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sullo stilista. Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti – Il Gattopardo – ai coralli di Sicilia, tutto questo e molto altro ancora si ritrovano nelle scarpe visionarie di Manolo Blahník.

La mostra, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con Manolo Blahník, è stata curata da Cristina Carrillo de Albornoz che ha fatto la selezione che vedrete sui trentamila modelli custoditi nell’archivio privato dell’artista. 

Manolo Blahnik mostra a Palazzo Morando Milano

Manolo Blahnik le sezioni della mostra 

La mostra è divisa in sei sezioni che esaminano i temi costanti e ricorrenti della carriera di Manolo Blahník.

La prima sezione, la più vasta, è intitolata Core in cui sono esposte le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita di Blahník: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, leggendaria direttrice di Vogue Italia.
La seconda, Materiali, comprende una selezione di scarpe che illustrano l’attenzione per il dettaglio elaborato e la ricchezza di materiali e colori usati con maestria squisita.
La terza sezione esamina la sua passione per l’arte e l’architettura e il modo in cui queste ispirano le sue “costruzioni”.
La quarta sezione, Gala, espone una selezione delle scarpe più fantasiose dello stilista mettendo in evidenza la sua ironia e creatività: in questa sezione sono presenti le scarpe Marie Antoinette.
La quinta sezione è dedicata alla natura, al suo profondo amore per il mondo botanico, evidente fin dalla prima collezione.
Nell’ultima sezione sono esaminate le varie influenze geografiche e ambientali: qui sono i modelli ispirati a Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.

Il pubblico della mostra potrà immergersi nella vita straordinaria di Blahník grazie alle immagini esclusive che lo ritraggono al lavoro e grazie ai suoi disegni artistici.

Oltre alle calzature di Manolo Blahník, nelle Sale museali del palazzo è esposto un piccolo nucleo di scarpe provenienti dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionato da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto. Non tanto un confronto, quanto una sorta di controcanto dove i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l’evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.

Dopo Milano, la mostra approderà al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo in quella Russia che è stata per Blahnik una fonte d’ispirazione costante; passerà poi al Museum Kampa di Praga nella Repubblica Ceca, patria del padre dell’artista; infine sarà ospitata al Museo Nacional de Artes Decorativas di Madrid, quale omaggio di Manolo Blanhík alla sua terra natale. Meta del 2018 sarà il prestigioso Bata Shoe Museum di Toronto, in Canada.

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