Sono “nomad designers” e si muovono in mezzo alle città montando e smontando le cose, ché la vita sta tutta in quella valigia colorata, vedi alla voce bagagli d’artista. Un po’ come Memnone, il protagonista del racconto di Primo Levi Le Passemur che attraversa la pietra allargando lo spazio degli atomi di cui è composto il suo corpo: per scappare di prigione e ritrovarsi intrappolato e fuso al corpo innamorato della sua consorte. Ma in fondo la libertà che altro è se non l’innamoramento continuo e perpetrato? Un po’ come fanno Sara e Nisrine, le due giovani fashion designer marocchino-libanesi che hanno dato vita al brand di accessori Harakat Sisters, in arabo significa movimento, con atelier a Casablanca fra i più interessanti di tutto il Medio Oriente. Si spostano da una parte all’altra del mondo, attraversano i muri della comunicazione, costruiscono reti, salgono sulle storie, le animano per qualche tempo, poi smontano tutto, raccolgono il meglio e partono per un’altra destinazione: Parigi, l’India, l’Armenia, il Senegal, Beirut…
“Per noi la moda è fusione con l’arte, due visioni della bellezza e della contemplazione – racconta Nisrine – Nei nostri oggetti ci sono pezzi di mondo, rimandi alle città che abbiamo visitato o dove abbiamo vissuto, storie di persone incontrate nei mercatini dove cerchiamo i materiali per gli accessori. I nostri bijoux, Harakat Sisters, come la nostra capsule di abiti, sono accessori profumati di vita”.
Harakat Sisters presenti a Firenze per il Middle East Now Festival
Ospiti in questi giorni del Middle East Now a Firenze, il festival organizzato da Lisa Chiari e Roberto Ruta che racconta il Medio Oriente contemporaneo attraverso il cinema, la gastronomia, la musica e i dibattiti, le due sorelle sono venerdì 7 alla boutique Nadine con un’installazione e un pop up shop. In quel contesto presentano Kssetta bag, il loro pezzo cult, una borsa in edizione limitata che ha come chiusura le vecchie audiocassette raccolte nei bazar mediorientali. Si possono svitare dalla borsa e inserire nel mangianastri. “Le abbiamo raccolte nei mercatini dove abbiamo viaggiato – spiega Sara – è qualcosa che ci lega con il passato, alle tradizioni. Una bambina di 9 anni mi ha chiesto cos’era, c’è una generazione che non conosce le cassette. Noi vogliamo anche guardare indietro, alla storia, vogliamo creare un mood che contamini passato e presente. Siamo fanatiche del vintage, in particolare ci ispiriamo alla Pop Art e alle icone di stile degli anni Trenta e Quaranta.”.
Gli stilisti preferiti? “Margiela e Balenciaga”. I registi che amano di più? “Kariostami e Almodovar”. Prossimi progetti? “Un cortometraggio e studiare moda in Italia”.