LUCA MAGLIANO GUEST DESIGNER A PITTI 105

“ Io non cammino, non marcio: strascico i piedi, io, mi fermo per strada, addirittura torno indietro, guardo di qua e guardo di là, anche quando non c’ è da attraversare”. Scriveva Luciano Bianciardi nel romanzo La vita agra,  raccontando di quella gente che non vive in tensione, che non finge produttività correndo velocemente da una parte all’altra della stanza.

La metrica del vero ricorda la narrazione dello stilista Luca Magliano guest designer a Pitti 105 con la sua nuova collezione autunno inverno 2024/25. Una sfilata decisamente in tema, con la lunga scala verticale che sputa fuori modelli popolari i cui volti sono destinati ad essere guardati, al pari degli abiti che indossano. E come Bianciardi camminano lenti, sulle note di La domenica delle Salme di Fabrizio De André e Mauro Pagani, con i sacchetti della spesa leggeri. Poca ridondanza anche lì.

Maglioni informi, sciarpe arrotolate, pantaloni con pailette, camicie che escono dai maglioni, abito bianco candido, cappotti in cachemire: l’eleganza del popolo con la sartorialità del maestro, il look da studente universitario con i prezzi di Montenapoleone.

Se in un mercato ci si deve pur muovere questo stilista bolognese ci ricorda che insomma prima del bussiness ci sono le persone. E in quel quartiere, la Bolognina, prima operaio e rosso dove Occhetto chiuse l’avventura del PCI e dove pure noi da tre anni facciamo il Salotto, Magliano ha il suo head quarter. Qualcuno lo leggerà come la rivincita dei cachemire di sinistra, a me invece viene da dire quanto era avanti Bertinotti che li comprava “preloved” .

Credits: Gerardo Gazia