Quando il mio fidanzato tornò da Haiti nei giorni del terremoto del 2010, era andato laggiù per raccontare l’accaduto come inviato dal settimanale L’Espresso, mi portò alcune stoffe vendute al Marché en fer nel cuore di Port-au-Prince e tele di pittori naif comprati nella piazza centrale di Pétionville, a fianco della cattedrale. Fra le rovine e le persone senza più casa c’erano i giovani pittori per le strade, a proporre quadri da loro realizzati. Chiazze di colore, per l’esattezza, a dichiarare la voglia di ricominciare. Di ricostruire. Con l’energia del giallo acceso e la forza del rosso penetrante, colori tanto cari a Malraux, impressi in uno sfondo più nero della pece. Non sarei andata alla sfilata di Stella Jean con un invito in standing. Se non fosse per quella immagine che mi è balenata in mente, per quella forza che mi ha trasmesso un popolo appena ho avuto modo di capirlo. Lo so che è un attacco strano per commentare una sfilata. Ma so che l’allegria e l’esuberanza degli abiti che ho visto in passerella non hanno certo un taglio folkloristico ( basti pensare che alcune stoffe proposte dalla Jean sono realizzate a mano dalle donne dei villaggi del Burkina Faso, ne muoiono duemila l’anno per complicazioni legate alla gravidanza e al parto). Semmai a quel senso di rinascita e di ricostruzione che si può incontrare persino ad una fashion week.
English version
When my partner came back from Haiti in the days of the earthquake of 2010, he had gone over there as a reporter of the weekly magazine L’Espresso, he brought me fabrics sold at Marché en fer in the heart of Port-au-Prince and paintings by naive painters bought in the central square of Pétionville, next to the cathedral. Among the ruins and the homeless people the young painters were in the streets trying selling their paintings. Patches of color, to be exact, to declare the desire to start over. To rebuild. With the energy of the bright yellow and the strength of the red, penetrating colors so dear to Malraux, etched in a background blacker than pitch. I wouldn’t have participated to Stella Joan catwalk with a standing invitation. If it were not for that images that I came to my mind, the strength that has given me a country. I know it’s a strange way to comment a catwalk. But I know that the joy and exuberance of the dresses that I have seen on the catwalkcertainly are not folkloristics. (just think that some fabrics used by Jean are handmade by the women of the villages of Burkina Faso,where each year more than two thousand die from complications related to pregnancy and childbirth). If anything, that sense of rebirthand reconstruction that can be experienced even at fashion week.
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Il penultimo vestito mi piace molto!
Alessia
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Kiss
Una collezione particolarissima!!!! :) Molto belli davvero...
Le Liliesine
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E' una delle collezioni che ho più apprezzato. Lucy www.tpinkcarpet.com
La trovo fantastica questa collezione!
http://www.cultureandtrend.com/
Dopo questa premessa allora questa collezione è da ammirare....
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Bellissimo post.
La collezione è un'esplosione di colori che ti catapultano in terre lontane, sole, artigianato, mercatini all'aperto, musica, gente, allegria... Questo è quello a cui mi fa pensare!
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Invece è proprio l'incipit del tuo post che fa guardare la sfilata con occhi diversi, cara Patrizia. Devo dire che questa collezione è davvero bella, colorata, positiva, che punta alla rinascita...lunga vita allora a Stella Jean
Stile eccentrico che mi piace molto...anche se non lo indosserei...ma faighissimo!
Love&Studs