Fausto Puglisi. Se è un tributo a Versace non lo ha dichiarato, ma di certo a un primo sguardo poteva sembrarlo. Classe ’76, siciliano, Fausto Puglisi ha presentato ieri a Pitti la sua prima capsule di moda dedicata all’uomo, unitamente alla Resort donna 2017.

Di modesto ha poco il nostro maschio in passerella, di ambizioso invece molto, a partire dall’intento: essere contemporaneamente SuperUomo e poeta, in una visione nietzschiana dello stilista che lo vorrebbe probabilmente più vicino allo spirito esteta di D’Annunzio che allo stile trasandato di Luciano Bianciardi.

Così mentre si accalcano sotto al palco damerini dandy con completi di lino, orologi nei taschini, rimandi all’Ottocento e barbe che sembrano tagliate dalle sarte, sopra, increduli, sfilano gli uomini de “La vita agra”: 13 calcianti del Calcio Storico Fiorentino e sei detenuti della Casa Circondariale di Sollicciano. Vestiti con giubbetti borchiati, magliette dalla scritta Fausto e boxer su jeans strappati, questi simbolici gladiatori facevano tenerezza. E’ bastato l’urlo di una ragazza, “Amo’ gìrate de lato che pari più bello”, per abbassare gli occhi e finire in un sorriso. L’uomo eroico, regale e anticonformista aveva già lasciato il posto alla misura unica dell’essere umano. Ma tranquillo, Puglisi, nessuno se ne è accorto. Come era solito raccontare il saggio Bianciardi: “Io lo dico sempre, metteteci una catasta di libri, e accecati come sono comprebbero anche quelli”.

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