Lo slogan chiave è “Gentlemen of Istanbul”, il legame evocativo è la Turchia. All’84.ma edizione di Pitti, che ha aperto ieri i battenti sotto il caldo soffocante di Firenze, sette giovani stilisti ospiti nella sala della Scherma raccontano il design contemporaneo del loro paese. Non la scoprono certo adesso, i turchi, l’eleganza: proverbiale è sempre stata quella di Mustafa Kemal Atatürk, il fondatore della moderna Turchia laica (oggi messa in discussione dalla svolta autoritaria del premier Erdogan contro cui si battono in piazza migliaia di giovani). Una nazione in grande sviluppo economico, con una forte industria manifatturiera che esporta in tutta l’area mediorientale ed oltre, e con stilisti  molto bravi. Hatice Gökçe la conoscevo e la trovo sublime. Se c’è un modo di tessere passato e presente lei lo ha scovato. Un dialogo fra i colori neutri e le linee pulite, fra lo scorrere delle pagine e il tempo ritrovato. “Mi sono ispirata ai giovani rivoluzionari degli anni ’20, i Giovani Turchi che hanno lottato per sostituire l’impianto monarchico ottomano e il sultanato”, dichiara di un’intervista. Hatice, classe 1973, è anche ideatrice del progetto Argande per aiutare in Anatolia le donne che non hanno lavoro. Come dire: non è solo un gioco di paillettes.

Turkey and its cosmopolitan fashion between East and West is the guest star nation of Pitti. Seven talented young Turkish designers opened the 84th edition of Pitti by exposing their collections in Sala della Scherma in Fortezza da Basso. The project is named “Gentlemen of Istanbul 7”. Seven as the designer and the hills on which the city is built; gentlemen as the figure of the past that they want to update. Because the gentleman evokes not only the elegance of the hand-knitted suits that has a long tradition in Turkey, but also the charming model of values that should better not be forgotten.