• Patrizia Finucci Gallo

  • journalist, writer and founder Il Salotto di Patrizia Finucci Gallo

Il salotto di Patrizia Finucci Gallo

 

Il Salotto di Patrizia Finucci Gallo un nuovo modo di comunicare

I preparativi fervono e qui al Salotto di Patrizia Finucci Gallo c’è un grande viavai di gente. Fiorai, produttori di vini, catering, Carmen la mia coach benessere che prende le misure e controlla se ho mangiato troppo e male ( sì, l’ho fatto), la bravissima assistente Stefania che mi porta i vestiti da scegliere così li ho tutti bene in vista e posso fare gli abbinamenti, Carmen e Ilaria che mi curano e acconciano i capelli, Ivo che mi segue passo dopo passo in questo grande salto, dopo che ho scelto di rendere il salotto una vera impresa della cultura. Fisica e digital.

Tutto ciò mi da energia e carica, mi stimola a fare sempre meglio per farvi vivere un mondo pieno di racconti e possibilità. 

E per dirvi che non è necessario vivere nella ricchezza per stare bene,  che non è il denaro a rendervi migliori. Ma siete voi, con le vostre scelte. Con il tempo che vi dedicate. Un esempio? Invece di comprare a caso quattro tazzine in un centro commerciale perché non andate ai mercatini o alle vendite di beneficienza e cercate le tazzine da caffè della Ginori? O quelle di Royal Albert, io ne ho trovate tre fantastiche dove verso il tè delle cinque. Quelle usate, anche spaiate, costano poco e hanno il sapore del tempo. Sono porcellane bellissime, con ottime finiture.

Molto meglio dell’attuale paccottiglia che si trova oggi in giro a prezzi contenuti.

La Golden Table al Salotto di Patrizia Finucci Gallo

La bellezza non è che una promessa di felicità (Stendhal)

Il salotto di Patrizia Finucci Gallo

A partire da quest’anno abbiamo introdotto tante novità, alcune ve lo ho raccontate QUI, altre ve le dico via via che le realizzeremo. La Golden Table, invece ha già preso il via aggiungendo al Salotto un lato experience davvero emozionante. Alle 19, prima dell’arrivo degli invitati, l’ospite viene fatto sedere a tavola con alcuni commensali, si instaura subito un perfetto clima conviviale, con degustazioni di vini e assaggi appropriati. Alle ore 20 ci si alza e si cambia mood, la tavola si allunga e si allestisce per gli invitati, una cinquartina ogni volta, cibo e bevande.

Questo passaggio, dall’experience table alla tavola vivace, mi diverte e mi consente di rendere “appetibili” alcuni aspetti della cultura che nei luoghi deputati risultato antichi e statici e mollicci. E anche di allestire, movimentare, fare e disfare, impostando la tavola non come un’esposizione di bellezza ma come un luogo dove conversare. E mangiare, naturalmente, giacché, come scriveva Daniel Pennac:

“Se oggi l’uomo non mangia più l’uomo, è unicamente perché la cucina ha fatto dei progressi”

La bellezza non è che una promessa di felicità (Stendhal)

copertinaz