Nell’arco di quattro giorni ho incontrato ben due paesi interamente dedicati ai libri. Strade libere da macchine e librerie dell’usato in ogni angolo. Le persone si fermano, sfogliano, parlano. Qualche boutique semivuota e un po’ di bar dove bere all’ombra. A La Charité-sur-Loire, borgo medioevale classificato come patrimonio mondiale dell’umanità, persino i gatti non dormono in posti da gatti. L’hanno definita la “città delle parole”.  Qualche giorno prima nella Borgogna del sud, a Cuisery la città del libro, pomeriggi sorprendentemente reali, fra odori di carta antica che a toccarla con mano sembravano petali di rose. E vecchie foto di Sartre, in posa, mentre fumava. E poi Genet, Chateaubriand, Hugo, Sand, Cocteau, Sagan…   
Mi chiedo: perché non in Italia?

 Cuisery

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