L’avevo visto li, appoggiato in un angolo nello scaffale società di una di quelle librerie remainders che bazzico abitualmente a Milano. Poi sapete come si fa… lo prendo più tardi, quando ripasso. Ci sono tornata due giorni dopo ed era già stato venduto. Non l’ho mai più visto in giro. 
Il titolo era D.P. Doppie pagine ed era scritto da Anna Piaggi. O meglio: composto da Anna Piaggi. Perché era un collage di parole, di immagini, di provocazioni. Una riflessione sulla creatività visiva, sugli elementi essenziali. Migliaia di contaminazioni, colori,  astuzie concettuali. Insomma, un capolavoro. 

Come era lei. Con l’intuito di un visionario e la penna di una Gasperini.

  



*foto d’archivio di Vogue