«A 24 anni volevo lavorare con Fiorucci. Meglio: volevo imparare da lui. Lo andai a trovare e glielo dissi. Ma Elio mi rispose che non mi avrebbe preso: “Non serve, tu hai già chiara la tua strada”, disse. Fui molto triste, tornando a Parigi in aereo mi misi a piangere, mi sembrò un rifiuto immotivato. Quando anni dopo lo rincontrai, di nuovo gli chiesi il perché di quel no: “Perché già sapevi in che direzione andare. E avevo ragione. Sono fiero di te”, rispose. Fu allora che diventammo amici stretti». A parlare è Serge Bensimon, a capo della Bensimon, l’azienda francese produttrice della storica sneaker in cotone naturale con la punta di gomma, presente all’edizione di Pitti Uomo. Scarpa che ha conquistato un’intera generazione di giovani diventando l’emblema dello stile parigino, indossata da Brigitte Bardot, Sophie Marceau, Jane Birkin, Naomi Watts, Julia Roberts.

Quanti anni sono passati dal lancio della prima Bensimon? «Venticinque», mi risponde Serge. Sarebbero trentacinque, corregge Laura Manfrin, il suo ufficio stampa in Italia. «Vero», ride lui, «ma sono un appassionato in numerologia, il 25 lo preferisco, cinque più due fa sette, il numero primo dai mille significati e rimandi. E poi dà il senso di un tempo che è sì lontano, ma non così tanto da apparire remoto».

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Pitti Uomo. Monsieur Bensimon si racconta a pfgstyle

Funziona così, con Bensimon: «Con me ogni volta si racconta una storia. E’ una bella storia, perché un po’ restiamo sempre bambini. E questa è la prima volta che lo dico». La storia dell’azienda, con le date a posto, comincia nel 1984, con la prima collezione realizzata da lui e da suo fratello Yves, pezzi ricercati nei magazzini militari di mezzo mondo e abiti da lavoro rielaborati e personalizzati per riproporli in una linea di abbigliamento colorata, casual ed elegante. «I colori sono la nostra forza e la nostra storia – continua monsieur Bensimon -: venti diversi ogni stagione, ma sempre ci sono il blue marin, il kaki, il beige e, al top, il bianco. Abbiamo di nuovo in Italia un eccellente distributore: con la crisi, la gente torna a comprare le cose che conosce, che danno sicurezza, con prezzi accessibili».

Di strada ne ha fatta, Serge, da quando si disperava per il rifiuto di Fiorucci. Girovago e appassionato di design, rivendica d’essere stato il primo in Francia ad aprire un concept-store con dentro abiti, accessori, oggetti e pezzi d’arredo; e altri dopo quello, tutti sul criterio del lifestyle e con il marchio Autour du monde. Non pago, ha aperto anche la libreria Artazart e la Gallery S.Bensimon, spazio espositivo che ospita le opere di giovani creativi del panorama internazionale. E anche qua, a Pitti Uomo, per presentare le sue scarpe s’è inventato un’installazione fatta di fili paralleli e incrociati. Come a segnare il senso di continuità di una storia.

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Ti interessa Pitti Uomo? E allora QUI leggi il resoconto della giornata pre-inaugurale.

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