Sfila l’eleganza ma anche la cultura del bello nella sala Bianca di Palazzo Pitti, messa a nuovo e riaperta dopo una lunga chiusura di trentacinque anni. Sotto la luce di undici splendidi lampadari di Boemia e una cornice di candore, grazie agli stucchi bianchi che il Granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena commissionò ai fratelli luganesi Grato e Giocondo Albertolli per abbellire Palazzo Pitti, Stefano Ricci ha messo in scena l’uomo. Ma l’uomo che ci piace vedere, quello che riconosciamo come tale, con una eleganza che ci riporta indietro nel tempo quando i vestiti avevano il profumo dello stile.

Stefano Ricci sfila a Palazzo Pitti

Dunque, su una passerella lunga 18 metri addobbata da 11 mila rose bianche, abbiamo riscoperto l’Italian High Fashion. E l’uomo con la barba (leggete i Dialoghi della Barba che trovate qui), i bambini vestiti come i padri, i sorrisi su un volto lavorato dalla storia, l’incedere maschile lento e pretenzioso del sud, i tagli sartoriali e la disposizione del tempo in un affresco quasi familiare, storytelling di una generazione.

Stefano Ricci e la cultura del bello

Cornice da incanto quindi per celebrare i 45 anni del brand, nella sala bianca che fa capo alle Gallerie degli Uffizi ha sfilato anche il tenore Andrea Bocelli. Nuovi i colori e gli abbinamenti: Pacific Blue per un abbigliamento formale e grintoso, Radica per un incrocio con la natura, Midnight Blue il blu amato da Ricci attualizzato da un tocco di grey più formale, l’Amaranto per i capi classici e il Nero che non sbaglia mai. La sera, tra smoking e frac, si indossano tessuti preziosi come la Vicuña, i gemelli brillanti e i bottoni in oro e palladio.

Non giocate ad imitare questo o quel dettaglio, piuttosto seguite e date credito all’impiainto, di cultura e stile che questa sfilata in Sala Bianca ci ha raccontato.

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