PATRIZIA FINUCCI GALLO
- Writer & Journalist
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Di sicuro la cucina emiliana non è famosa per il minimalismo. Anzi, la sua bellezza si può definire visiva, ridondante e, con qualche ricciolo di besciamella in più, persino rococò.
Il piatto è colmo e del colore del sugo, la tagliatella avanza come puledri in corsa e il tortellino, simile alle piante acquatiche, è disteso come le ninfee di Monet sul laghetto di brodo a base di ossi e di carne di manzo.
Se queste immagini, più che alla tradizione contadina, vi rimandano alle provocazioni gastronomiche dei futuristi, sappiate che potreste aver ragione.
Perché anche io non avrei mai immaginato di vedere un’insalata russa trasformata in piccoli e gustosi bottoncini del tutto simili agli smarties. La cui composizione è un colorato tributo alla creatività: insalata russa, verdure, panna acida cabvaial e vodka e anguilla affumicata.
Siamo nel Ristorante di Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno, pochi chilometri dal centro di Bologna, una casa in campagna dell’ottocento rivisitata e allestita per creare un effetto moderno mantenendo la roccia forte della tradizione.
Il ristorante di Max Poggi, come lo chiamano a Bologna, è un luogo magico, senza precedenti, dove spalmi il lardo sul pane come fanno i bambini con la Nutella. E per me, che sfiletto persino la striscia di grasso al culatello, è stato come aprire la prima casella del calendario dell’avvento. In altre parole, il lardo stagionato e montato da sembrare una meringa si è rivelato un’epifania.
Proprio qui, in una cucina piena di giovani, ci si accorge di come la parola chef resti fuori dai tributi televisivi per tornare ad alimentare la gente comune, stremata ormai da cuochi isterici, nouvelle cuisine e vuoti molecolari. Il piatto si riempie, l’arte si rafforza, la scena è davanti: cappelletti ai carciofi in brodo di scampi.
Il silenzio cala davanti alla portata, come si conviene alla prima in un teatro. Entra il maestro e incomincia la storia. Massimiliano Poggi appare solo per pochi istanti, giusto per farci entrare nel tema, per illustrare gli accostamenti di sapore. E tuttavia, per usare un linguaggio narrativo, il climax è già alle nostre spalle. Il brivido di sapore si è velocemente consumato. Vorrei tanto chiedere il bis ma non si fa. Del resto come diceva Paul Gauguin? “Innanzi tutto, l’emozione! Soltanto dopo la comprensione!
Massimiliano Poggi e il menu che abbiamo gustato
L’occasione per fermarci a cena da Massimiliano Poggi è stata la presenza di Marina Di Guardo al mio salotto, ospite martedì scorso per raccontare di sé, del suo romanzo e anticipare agli invitati qualche contenuto del suo prossimo libro che presenteremo insieme a gennaio alla Libreria Ambasciatori.
Max ci ha dunque fatto assaggiare un menu completo, composto da diverse portate, accompagnate da una selezione di vini eccellenti. Tutti i piatti li trovate elencati qui sotto se volete provarli anche voi.
Se non riuscite a spostarvi dal centro storico sappiate che la cucina di Massimiliano Poggi potete assaggiarla anche a Vicolo Colombina un altro suo ristorante situato a due passi da Piazza Maggiore. Si tratta di uno spazio completamente diverso dal precedente, nel quale si può consumare un ottimo pranzo mantenendo i ritmi della giornata. La cucina è più tradizionale e l’atmosfera ricorda le trattorie di una volta, seppure si respiri l’eleganza del cambiamento.
Ecco il menu che abbiamo gustato:
PRANZO IN VICOLO COLOMBINA:
Sformatino di patate e mortadella con parmigiano reggiano e balsamico
Tortellini in brodo tradizionale
Filetto di manzo al pesto bolognese
Panna cotta (cotta nel caramello senza densificanti)
Vino: Fiori Blu 2015 Massa Marittima (Syrah e Alicante)
CENA DA MASSIMILIANO POGGI A TREBBO DI RENO
Entrée:
Bonbon squacquerone e gel di scalogno, bignè con mortadella e parmigiano, pane e ragut, polenta croccante con pecorino di fossa e pepe nero
Antipasto
Romagna mia, Brodetto di cannolicchi e passatelli al limone, burro di maiale (lardo stagionato e montato)
Insalata russa, verdure panna acida cabvaial e vodka e anguilla affumicata, porro bruciato con ragut di mandorle, burro al limone
Primo piatto
Cappelletti ai carciofi in brodo di scampi
Secondo piatto
Chateaubriand, manzo alla brace con verdure agrodolci e salsa bernese alla rapa rossa
Pre dessert
Insalata mista sedano parmigiano e rucola
Dessert
Latte e mandorle
Vini: Bollicine Brut Franciacorta di Barboglio de Gaioncelli (Chardonnay e Pinot bianco) Bianco Timeo Grillo di Baglio di Pianetto, Rosso Merlot doc Collio di Edi Skok
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Grazie Patrizia un fantastico omaggio alla creatività radicata nelal tradizione di questa terra Bolognese così umida e pesante che nasconde sapientemente eccellenze rare e sorprendenti. Portremo lo chef magari ad un o dei tuoi salotti illustri.
A presto
Francesca Eusebi Piffi
F.P. di Francesca Eusebi Piffi
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